La chiesa del Nostro Redentore a Copenhaghen

Det italienske flag foran monumentet for Vittorio Emanuele II

 

La grande chiesa barocca con la sua guglia a scala a spirale esteriore è una delle più grandi attrazioni della Danimarca e un tesoro nazionale ma svolge anche funzioni di chiesa parrochiale per 8000 parrochiani. Federico III, avendo subito diminuzioni territoriali nel 1660, rafforzò, nella politica interna, il potere reale introducendo l'assolutismo e l'ereditarietà alla corona. Suo figlio Cristiano V, primo sovrano ereditario, ebbe il compito di convalidare le idee dell'assolutismo attraverso la costruzioni di edifici magnifici dei quali la chiesa del Nostro Redentore è il più grande. In molte zone della chiesa si trova infatti il monogramma di Cristiano V, e poiché egli convertì l'onorificenza dell'elefante in quella più distinta del regno, l'elefante si trova anche come elemento decorativo della stuccatura e del basamento dell'organo. 

L'archittettura della chiesa

La chiesa venne consacrata il 19 aprile 1696 dopo 14 anni di lavori. Essendo tutta la zona originariamente fondo di mare la costruzione delle fondamenta della chiesa richiese molto tempo.
Lo stile scelto dall'archittetto di corte Lambert van Haven è uno stile barocco olandese, solenne e prospettico. Mattoni rossi su una massiccia base di granito e sotto il tetto modanature di arenaria: un vero templum salvatoris in cui tutto è sistemato al posto giusto. La planimetria della chiesa forma una croce equilatera greca con cappelle d'angolo. Il fantasioso campanile, costruito 50 anni più tardi e evidentemente non facente parte del progetto di van Haven, rischia di distogliere l'attenzione dalla gravietà e dall'ambizione espresse dall'archittettura dell'edificio.
Per la Danimarca, le dimensioni dell'edificio sono enormi: la chiesa è alta 36 metri, più alta della Torre Rotonda. Hanno dovuto scavare fosse che vanno fino allo strato calcareo copenaghese per i macigni che portano le mura e le quattro colonne interne. Lo scopo del restauro in corso (fino a 13 settembre 2009) è di gettare le fondamenta del pavimento sullo stesso strato calcareo. 

L'altare

L'archittetto dell'altare fu lo svedese, Nicodemus Tessin figlio, che aveva terminato la costruzione dei castelli di Stoccolma e di Drottningholm, iniziata da suo padre. Egli riuscì a convincere Cristiano V del suo prospetto dell'altare. Tuttavia a causa dei problemi di costruzione delle fondamenta sotto il pesante altare di marmo, e dei problemi politici fra la Danimarca e la Svezia all'inizio del '700, l'altare venne finito e consacrato soltanto nel 1732.

Nicodemus Tessin si era formato a Roma, e ciò si vede nello stile dell'altare. La scena drammatica nell'orto di Getsemani è incorniciata da un timpano di tempio spezzato che copia la facciata della chiesa di San Carlo alle Quattro Fontane a Roma, realizzata da Francesco Borromini. Così il cattolico romano Borromini avrebbe ispirato sia l'altare che il campanile della chiesa arciluterana, il Nostro Redentore, a Copenaghen.
La scultura della scena dell'altare descrive la sera del giovedi Santo nell'orto di Getsamani: i discepoli dopo la buona cena ed il buon vino si addormentano, mentre Gesù, angosciato, prega dicendo: "Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice". Gesù sa che sarà fatto prigioniero, torturato e crocifisso. Ma la sua natura umana cerca di sfuggire a questo destino. Dio gli risponde attraverso due segnali. Un angelo, scendendo dal cielo, gli porge il calice amaro: egli deve adempiere il suo amaro destino. Ma nello stesso tempo un altro angelo dietro di lui lo sostiene: un angelo custode.

L'organo dal 1698

L'imponente facciata dell'organo sulla parete ovest della chiesa è uno degli strumenti musicali più fotografati nel mondo. La cassa grande a tre piani contiene uno strumento magnifico, costruito dai fratelli Botzen negli anni 1696-98. Un organo è un pezzo d'artigianato artistico da vedere e da sentire nello stesso tempo. L'organo del Nostro Redentore è quasi l'udibile reso visibile. Tutte le canne visibili della facciata dell'organo sono le originarie dell'organo del 1698. Quindi si può parlare di uno "Stradivari degli organi". Quando risuonano le canne principali della facciata si ha negli orecchi il suono grande ed elegante del 1698. Queste canne sono le più vecchie di Copenaghen ed è un miracolo che siano sopravvisute tre secoli. I grandi fuochi che devastarono la città nel '700 non arrivarono fino alla zona di Christianshavn, ed il bombardamento da parte degli inglesi non colpì la zona. È vero che la flotta inglese si servì della guglia come mirino, ma senza danneggiare la chiesa e néanche l'organo.
Nel 1965 l'organo venne restaurato dall'organaro Poul-Gerhard Andersen che fece risuonare di nuovo le vecchie canne, mute - e ridotte a funzione decorativa - dal 1889. Oggi, per tutte le messe e tutti i concerti al Nostro Redentore, risuonano le canne, forgiate ed intonate quando Johann Sebastian Bach era adolescente. Sul sito "kirkemusik>orgel" si può vedere la disposizione attuale dell'organo.

Il campanile del Nostro Redentore

La guglia del campanile venne inaugurata nel 1752, più di 50 anni dopo il completamento della chiesa. Da più di 250 anni, uno dei punti di referimento celebri di Copenaghen, il campanile con la sua guglia appare oggi in uno splendore rinnovato dopo l'ultimo grande restauro degli anni novanta del '900. La vista dalla sommità della guglia resta la più bella e più terrificante della città. Salire fino alla sommità per accarezzare il globo vale da sempre come una prova di coraggio. Poiché la costruzione della guglia è fatta di legno di quercia, la guglia ondeggia quando tira vento forte, e ciò fa aumentare la stretta allo stomaco. Non è il campanile più alto di Danimarca, ma nel regno nessun campanile è più bello di quello del Nostro Redentore quando al tramonto il sole fa risplendere le indorature "come una lingua di fuoco" (de Thurah: Vitruvius III)
L'archittetto del campanile fu Lauritz de Thurah (1706-1759). Egli trovò l'ispirazione per il suo più grande edificio nella cappella universitaria del S. Ivo a Roma il cui campanile rinascimentale di Borromini ha la forma di spirale. Borromini scelse l'arenaria, de Thurah, al contrario, fece costruire la sua guglia in legno di quercia, e ciò permetteva di ottenere la grande altezza della guglia.
La guglia ha la forma di spirale esteriore con quattro spire. Durante la salita si è protetti da una ringhiera di ferro dorato. Alla sommità c'è un globo dorato sul quale la statua dorata del Cristo portabandiera guarda la città.
Le dimensioni del campanile sono notevoli: dalla piazza della chiesa fino alla bandiera del Cristo ci sono 90 metri e per arrivare fino alla sommità bisogna salire 400 scalini dei quali gli ultimi 150 formano la scala a spirale esteriore. Il globo, che ha un diametro di 2,5 metri, può contenere 12 persone adulte. La statua del Cristo è alta 3 metri. 
Un' antica leggenda narra che de Thurah si sarebbe suicidato saltando dal campanile perché la scala a spirale fu costruita destrogiro, contrariamente al desiderio di Federico V. Il fatto non è vero. Lauritz de Thurah morì sette anni dopo l'inaugurazione a casa sua nel suo letto, indebitato ma ciò nonostante rispettato dai suoi contemporanei; e Federico V era contentissimo del nuovo campanile e segnale marittimo della sua città. E la scala si prende a destra, e per difenderla ci si appoggia con la la sinistra alla ringhiera.


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Il carillon del campanile

Il carillon del Nostro Redentore ha fama internazionale, sia perché la chiesa viene visitata da più turisti di qualsiasi altra chiesa in Danimarca sia perché il carillon è il primo carillon installato nei paesi scandinavi nei tempi moderni. Fu l'organista P.S. Rung-Keller (1879-1966) ad avere negli anni venti del '900 l'idea lungimirante che la guglia unica avrebbe contenuto il più grande strumento musicale del mondo: un carillon. L'ultimo carillon a Copenaghen, quello della chiesa Vor Frue (la Nostra Signora), la cattedrale di Copenaghen, crollò nel settembre 1807 durante il bombardimento della città da parte degli inglesi. All'inizio del '900 restava un solo carillon, quello del castello di Frederiksborg. 
Donazioni di cittadini della zona e della fondazione Carlsberg permisero, negli anni 1928-33, l'installazione di un carillon di 33 campane nella lanterna della guglia. Più tardi questo carillon venne ingrandito fino a comprendere 48 campane. Le 6 campane più grandi sono appese nella struttura portante insieme alle campane mobili, che si trovano dietro le botole sotto i quadranti dell'orologio. Nella camera della guardia situata sopra i quadranti si trova la tastiera su cui suona il suonatore e nella lanterna aperta di sopra sono appese le restanti 42 campane del carillon. 
Durante l'anno ogni sabato alle ore16 c'è un concerto di carillon con vari suonatori danesi. In estate, da metà giugno a metà agosto i concerti sono alle ore 18; i suonatori sono artisti internazionali che vengono invitati a esibirsi con le campane eufoniche. Il carillon venne rifondato nel 1981 ed è internazionalmente riconosciuto per le sue campane ben accordate e la sua ottima meccanica, opera della fonderia di campane olandese Petit & Fritsen.